Surrealtà rinascimentali...a penna bic
Un nuovo progetto, ospitato tra le mura della MLB Gallery per tutta la primavera e l’estate 2023.
Con Surrealtà Rinascimentali la produzione di opere prende spunto dal Rinascimento ferrarese e approda a una serie di allegorie dal tono a volte giocoso a volte agrodolce, nella convinzione che l’ironia e la fantasia risultano ormai tra le poche armi a nostra disposizione per sopportare le tante situazioni difficili a cui il mondo di oggi ci sottopone.
Marcello Carrà
Il riferimento è alla natura fantastica ed immaginifica delle opere di Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, affrontate, con l’umorismo tipico della mia creatività, che puntano il focus su diversi temi legati all’etica e all’attualità.
Vengono così plasmate originali rivisitazioni e nuove metafore, in un tracciato che si ricollega anche ai pittori fiamminghi, da cui la stessa Officina Ferrarese fu chiaramente ispirata, e più precisamente alla figura di Hieronymus Bosch.
La rilettura dell’antico avviene tramite la formazione di immagini intrise di simbolo (costituite, in taluni casi dalla mescolanza di segno grafico e testo manoscritto) e corredate di elementi contemporanei, da cui emerge la speranza in un futuro più roseo proprio in virtù di quell’energia che una rappresentazione fantasmagorica e dissacrante sa sprigionare.
Al termine di un percorso che affronta gli argomenti più disparati, come l’amore gioioso o disilluso, la fuga dai soprusi, l’impegno e la doppiezza d’animo, si evince palesemente che i difetti umani rimangono i medesimi nel corso dei secoli, manifestandosi in forme diverse in base alle abitudini e al sentire di ciascuna epoca.
Un’opera a parte, che riassume la positiva attitudine a prendersi poco sul serio, è quella che prende spunto dagli Argonauti di Lorenzo Costa e in cui compaiono le figure chiave di questa saga mitologica greca: un vero e proprio gioco, che costituisce probabilmente l’allegoria più adatta a descrivere gioie e imprevisti della nostra avventurosa esistenza.
Una mostra, quindi, ispirata al Rinascimento e che si dipana negli spazi rinascimentali della MLB Gallery: nella prima sala si impone il percorso collegato più strettamente ad alcune opere ora esposte a Palazzo dei Diamanti; nella seconda stanza dominano invece i disegni di grandi dimensioni ispirati all’universo fiammingo del ‘400. Tutto è accomunato dallo strumento grafico di realizzazione, ovvero la penna (biro e altre), che assurge a metafora riassuntiva dell’intero lavoro, concepito con pazienza e lentezza.
Opere in mostra
Viene ripreso un suggestivo particolare rappresentato da Ercole de’ Roberti nel mese di settembre a Palazzo Schifanoia: l’amore licenzioso tra Venere, moglie di Vulcano, e Marte. Assumono un ruolo da veri protagonisti l’abito e l’armatura dei due personaggi, posti ai piedi del letto in una raffigurazione dal sapore prettamente metafisico, quasi ad anticipare il futuro stile perfezionato da De Chirico a inizio ‘900 nella stessa Ferrara.
Il letto/altare viene descritto graficamente tramite i testi di canzoni contemporanee di vari interpreti (come Mina e Patty Pravo) e inneggianti all’amore compiutamente realizzato e vissuto in modo passionale.
Si tratta della rivisitazione di un soggetto, una ragazza che corre, presente nella predella del polittico Griffoni (1473), opera di Ercole de’ Roberti. Le vesti e i capelli della fanciulla si trasformano in una scia di parole: lo scritto riporta alcuni assurdi (per noi) divieti imposti dalla sharia alle donne musulmane. Tali proibizioni sono in verità frutto di una interpretazione delle sacre letture in termini estremi da parte dei fondamentalisti islamici, in quanto queste regole non risultano palesemente espresse nei sacri testi. La ragazza tenta finalmente e disperatamente di fuggire da questi dogmi di sapore medievale, che cercano di incatenarla e di tarpare le sue speranze.
L’opera, chiaramente ispirata al dipinto La spedizione degli Argonauti di Lorenzo Costa (1460-1535), costituisce un vero e proprio tabellone di gioco, che riprende alcune delle figure chiave che ruotano intorno alla saga degli Argonauti, di Giasone e di Medea. Vediamo quindi animali e creature fantastiche (il drago, il toro che sbuffa fuoco, l’arpia, il gigante di bronzo Talo, ecc.), che popolano il poema greco Argonautica di Apollonio Rodio (295 a.c. – 215 a.c.) e che diventano ‘imprevisti’ per il giocatore di oggi.
Allegorie di ispirazione fiamminga
Collegate all’aspetto fantastico presente in Ercole de’ Roberti sono le allegorie di grande formato relative a malcostumi presenti più che mai nella società attuale, come doppiezza, malapolitica, ecc. Tali manchevolezze vengono metaforizzate tramite la creazione di creature dotate di tratti mostruosi, ma allo stesso tempo ironici e poetici, realizzate interamente a penna su carta tinta con caffé.
Un pesce affaticato, ispirato a una creatura di Bosch presente nel Trittico delle tentazioni di Sant’Antonio, si trasforma in una portantina per un pesce di grande stazza e pluridecorato, pigramente rilassato e completamente insensibile allo sforzo che il suo sottoposto sta compiendo. E’ una metafora di certe situazioni umane, in cui spesso a ricevere i meriti e i complimenti non sono quelli che effettivamente hanno faticato e svolto il lavoro, ma i cosiddetti ‘baroni’ che siedono nei posti alti del potere.
La malapolitica è rappresentata tramite una rivisitazione dell’uccello immaginario presente nel Trittico delle tentazioni di Sant’Antonio. Il personaggio è intento a portare una cassetta piena di sterco (le false promesse e i cattivi effetti che producono i comportamenti corrotti e disonesti) e una valigetta da cui esce fumo (mancanza di concretezza), mentre i libri (la cultura) sono relegati al ruolo poco nobile di suole. Una banconota è posta sul becco davanti agli occhi, come unica mira.
Questo grande pesce palla può essere guardato sia nella versione ufficiale, ovvero così come è appeso in mostra, sia rovesciato: comparirà infatti un altro pesce dall’espressione meno allegra. Due creature in una, una piccola sintesi di quell’Uno, nessuno e centomila pirandelliano che fa parte della natura di ciascuno di noi.
Un animale assolutamente strambo, dove gli arti sembrano mescolati e uniti senza una logica apparente. “Fu di natura fantastico”, scrisse il Vasari del de’ Roberti: tenendo bene a mente questa definizione e seguendone lo spirito, viene realizzata in questa creatura immaginaria una trasposizione allegorica di quel caos che invade i nostri pensieri quando la nostra mente è sottoposta a stati di ansia e di stress, un evento che nel mondo contemporaneo è quanto mai diffuso.