Una macchina che provoca il dissesto idrogeologico, una che favorisce l’eliminazione di animali in via di estinzione e un’altra ancora che provoca l’inquinamento dei fiumi.
“Che macchine stupide e senza senso!”, si potrà dire.
Eppure non è proprio ciò che l’uomo provoca con la sua condotta su questa terra? Con le sue attività dettate dalla smania per il denaro e dal desiderio di prevaricazione sul prossimo – umano o animale – sta danneggiando irrimediabilmente il pianeta, in una sorta di comportamento stupidamente suicida.
Partendo da questa verità incontestabile, ho cercato di realizzare una riflessione su questi comportamenti insensati, sia in termini di impoverimento etico umano, sia in termini di deterioramento dell’ecosistema.
Marcello Carrà
Ho realizzato una serie di bozzetti con la biro, dai quali ho poi tratto alcune opere di formato maggiore.
Si tratta di “macchine stupide” a cui è delegato il compito di sostituire l’uomo nella sua attività di danneggiamento del mondo interiore ed esteriore.
Affidando a degli elementi meccanici l’esecuzione di tanti comportamenti sbagliati, è più facile rendersi conto di quanto sia enorme la responsabilità dell’uomo nel modificare in senso negativo il suo ambiente di vita. Per ambiente non si intende soltanto la natura o il territorio fisico in cui l’uomo agisce, bensì anche quella regione interiore che riguarda l’affettività e l’educazione della persona.
Non si tratta solo di comportamenti globali, ma anche di menefreghismo e ipocrisia che interessano gli atteggiamenti privati delle persone, che vivono per lo più a compartimenti stagni, assumendo un’aria di indifferenza per tutto ciò che è diverso dalle loro indiscutibili sicurezze.
Il cinismo di queste opere punta ad essere sia una presa di coscienza di come l’uomo sta operando, sia un monito: è infatti dall’etica del singolo e da una maggiore attenzione a tutto ciò che è “buon senso” che può nascere un futuro più ragionevole.