DELL’AGNUS DEI DI ZURBARAN
Nel maggio del 2013 Maria Livia Brunelli mi ha proposto di sviluppare un ciclo di opere ispirate a Zurbaràn, del quale si teneva una retrospettiva a Palazzo dei Diamanti nell’autunno successivo.
Nel corso di un solo pomeriggio ho abbozzato su alcuni A4 le idee per l’intero ciclo di opere, scegliendo come citazione la forma dell’ “Agnus Dei” del pittore spagnolo per deformarla da dentro, in modo visionario.
Nella mia idea tutte le metamorfosi – da lontano – dovevano apparire sempre come il soggetto citato, mentre, avvicinandosi, la carne dell’Agnello si sarebbe dovuta mostrare come una composizione di cose-organismi-progetti.
Marcello Carrà
L’interno dell’agnello si è quindi popolato di simboli, di oggetti reali, di textures, di protesi architettoniche, e di citazioni, sia riferite ai soggetti di Zurbarán stesso, sia all’Isola dei morti di Böcklin e alla Torre di Babele di Bruegel.
Il soggetto, perdendo la sua natura interna, perde anche il suo carattere mistico, assumendo il ruolo di “cavia” di realtà contemporanea e chiedendo all’osservatore di essere guardata, studiata, capita.
Si è realizzata una sequenza di metamorfosi anche inaspettate basate sull’analogia delle forme e delle sagome, nonché sulla simbologia stessa degli oggetti, il tutto nel contesto di una crisi spirituale da cui l’uomo sta facendo fatica a risollevarsi.